domenica 11 marzo 2007

L'incanto e la disperazione


E’ in queste due parole che si può racchiudere il modo di vedere il mondo di Wislawa Szymborska: un mondo in cui l’ineffabile casualità che dirige tutte le cose si muove in maniera armonica e sublime. Quanto è bella l’apparente oggettività descrittiva della poetessa polacca quando si stupisce – e con lei il lettore – nel vedere quanto è piccolo e ininfluente sul Tutto ogni singolo essere umano; nel vedere come le cose accadono aldilà della nostra volontà “Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto per metà” (Amore a prima vista).

Come giustamente suggerisce il suo traduttore italiano, Pietro Marchesani, nella poesia della Szymborska a rilevare non sono le domande che essa si pone, quanto il modo di porle con quell’inconfondibile capacità di interrogarsi sui fondamentali problemi dell’esistenza (l’altro,la vita, l’amore, la morte) muovendo dalla concretezza delle cose, delle situazioni e dei sentimenti, con una connotazione ironica che garantisce alle parole quella leggerezza che si pone come sublime ossimoro alla gravità dei temi affrontati.

E’ per tutto questo che della poesia della Szymborska non ci si può non innamorare. Mi ha regalato l’emozione, che non provavo da tempo, di aprire un libro e scoprire qualcosa di talmente bello e prezioso da doverlo custodire, gustare pian piano, con il giusto rispetto.

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